Pasquale Fosca
Nato (secondo altri il 20 agosto 18521) nella zona vecchia della città, crebbe a Napoli dove la famiglia si trasferì nel 1860 in cerca di lavoro per il capofamiglia maestro ebanista2. Taluni ritengono che lo spostamento nella ormai ex capitale avvenne a causa del giuramento che il severo vescovo Giuseppe Montieri ottenne dal genitore pur di non vedere più a scuola il piccolo e discolo Pasquale3.
Andarono ad abitare nel dismesso convento di San Domenico Maggiore, sede anche della scuola Ginnastico-Militare che cominciò a frequentare a circa quattordici anni di età. Pian piano acquistò la fiducia dei superiori e dei docenti che lo investirono della responsabilità di capoclasse e in questo ruolo brillava come istruttore dei suoi coetanei. L’entusiasmo di una ottima prospettiva di carriera militare si infranse nella realtà di una gravissima malattia alle orecchie, forse mal curata sin dall’inizio. Senza mai riuscire a lenire la delusione ripiegò sugli studi serali di disegno che si tenevano nei locali della scuola militare dall’Istituto di Belle Arti. Si iscrisse stessa scuola frequentata da Vincenzo Gemito4 a partire dal 8 settembre 1872 e con lui condivideva i corsi di gessi e di scultura5.
Dimostrò precocemente talento ed espose quasi subito alla mostra Promotrice napoletana (1872) la sua prima opera “Uno sguardo compassionevole” dando un buon iniziò la sua carriera6. Dal 1873 i suoi lavori sono apparsi in diverse Mostre Nazionali e Internazionali ed in molte edizioni delle Mostre “Promotrici” della Società Promotrice di Belle Arti “Salvator Rosa” di Napoli. L’arte gli regalò meritata fama che subito attirò critiche spesso gratuite e immeritate. Nel 1876 scolpì la statua in creta intitolata “Il vizio” acquistata dalla Provincia di Napoli. Prese parte all’edizione del 1877 della Esposizione Nazionale di Belle Arti, i con l’opera “Attitudine naturale e necessità” e con “Trovatello” (statua in gesso).
La fortuna però non era dalla sua parte e per motivi di salute frequenti erano i suoi soggiorni alle terme di Casamicciola nel tentativo di curare la malattia che gli aveva impedito di intraprendere la carriera militare. Gravi erano gli esiti di una otite e, dall’età di circa ventuno anni, soffriva di osteomielite nella porzione petrosa del temporale sinistro. Per circa quattro anni secrezioni purulente fluiranno dal condotto auditivo con sordità completa in quel lato. Nella regione cervicale si notava adenite suppurata e dal lato dell’orecchio destro due stretti seni fistolosi cutanei figuravano come postumi di ascessi ghiandolari pregressi, sempre nella regione cervico-occipitale7.
Alla promotrice del 1879 espose “Testa di un vecchio marinaro d’ Ischia” in terra cotta, acquistata dalla stessa Società Promotrice di Belle Arti e fu assegnata alla Provincia di Napoli. Il suo studio napoletano si trovava in via Pace (oggi via Domenico Morelli) al palazzo Nunziante8 presso il quale realizzò il busto bronzeo del pittore Peter Severin Krøyer (1851-1909), conosciuto a Sora9, cui trasmise i primi rudimenti della scultura e col quale rimase in contatto epistolare per quasi trentanni.
Alla mostra Promotrice del 1884 presentò una terra cotta patinata dal titolo “Tudina” acquistata da S. M. il Re Umberto I. Durante quel periodo, quando era a Napoli, amava frequentare il ristorante Strasburgo10. Sempre nel 1884 inviò nello a Torino, alla Esposizione Generale Italiana, ben tre soggetti dal titolo: “Contadino di Sora”, “Contadina di Napoli” (teste in marmo), “Martino saggia il vino” (statuetta in bronzo).
Nell’edizione del 1885 della Promotrice napoletana l’opera “Cecilia tipo sorano” in marmo fu acquistata dalla Società e assegnata al Duca di Noia Sant’ Elia, e “Cecilia”, una riproduzione in bronzo, fu comperata dal Principe di Sepino. Nell’edizione dell’anno seguente il bronzo “Mulier” fu acquistato dalla Società e toccò al Cavalier Diego Calcagno.
Partecipò nal 1887 alla Esposizione Nazionale Artistica di Venezia con il busto in bronzo di “Ruggiero Bonghi” (che sarà acquistato nel 1895), con “Busto di donna”, con “Tudina”, “Vecchietto”, “Canefora”, “Garibaldi”. Fu tuttavia nell’edizione del 1887 alla Promotrice di Napoli che ricevette forse la maggiore soddisfazione e dove ripropose alcune delle opere di Venezia. “Busto di donna” (bronzo), fu acquistato dal sig. Federico Carelli, “Canefora” (bronzo) fu acquistato dal Marchese Berlingieri, mentre l’inedito “Bustino”, sempre in bronzo, fu acquistato dal sig. Giuseppe Lops.
Operò come artista nelle maggiori capitali d’Europa. Nel Regno Unito nel 1888 era alla “Esposizione Italiana di Londra” ove presentò diverse opere: “figura in bronzo”, “Busto di Garibaldi”, “Nella casa pubblica”, “Busto di bronzo”, “Figura” e “Figura di santo”. Qui gli fu commissionato il busto del primo ministro inglese William Ewart Gladston11. A Parigi lascia traccia al Musée des Beaux Arts de Paris al Petit Palais Collezione Dutuit, dove è esposto un busto di bronzo del 1884 raffigurante Auguste Dutuit (1812-1902) che porta la sua firma.
I suoi spostamenti lo condussero anche a Madrid12 sensibile alla committenza di alto rango. Qui realizzò opere d’arte e statue celebrative per i reali del tempo e dove ha lasciato il busto di Re Alfonso. Raggiunse quindi il Sud America, dove si stabilì inizialmente a Buenos Aires in Argentina intorno al 1890, e dove visse quasi quindici anni. Alla LXVI Esposizione Nazionale di Belle Arti della Società Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma del 1895-96, propose nuovamente “Canefora” (Statuetta in bronzo ) e “Argentino” (testa in bronzo).
Tra le numerose opere ricordiamo: a Sora i busti in bronzo del Cardinale Cesare Baronio, di Amedeo Carnevale, del prof. Vincenzo Simoncelli, un bronzo di San Giuseppe col Bimbo per l‘ospedale della città (andato disperso); i busti di Giuseppe Garibaldi realizzato per la Camera di Commercio di Londra (ma forse acquistato da quell’ente solo dopo l’esposizione), Il busto di Vittorio Emanuele III che fu realizzato per aver vinto il relativo concorso e presentato con successo alla LXXIII edizione dell’Esposizione Internazionale di Belle Arti indetta dalla Società Amatori e Cultori di Belle Arti e tenutasi a Roma nel 1903 col titolo “Busto di S. M. il Re Vittorio Emanuele III” mostra alla quale partecipò anche con una seconda opera dal titolo “Ritratto”.
L’opera raffigurante il Re fu acquistata dal Comune di Torino mentre una copia si conserva al Quirinale13 14.
Produsse inoltre il busto del drammaturgo e scrittore Giuseppe Giacosa15. Dalla Accademia di scienze morali e politiche di Napoli nell’anno 1895 fu acquistato per 350 lire il busto del ministro Ruggiero Bonghi16; a Buenos Aires il busto del presidente Miguel Ángel Juárez Celman; a S. Paolo del Brasile il busto del Presidente Francisco de Paula Rodrigues Alves17. Nell’ambito della committenza ecclesiastica produsse un San Bartolomeo, una Madonna delle Grazie18, e la statua della “Mater Redemptoris” che della chiesa di Santa Cecilia fu trasferito nella nuova Cattedrale metropolitana di San Paolo (Brasile)19. Su commissione di papa Leone XIII produsse una statua di S. Francesco d’Assisi poco dopo il 188320. Noti inoltre i bassorilievi raffiguranti Vittorio Emanuele III e dello stesso Leone XIII21.
Molte altre opere sono conservate in collezioni pubbliche e private in Italia e nel mondo. Tra queste ricordiamo “Il vecchietto di Sora”, opera in bronzo di 38.5 cm, conservata nello Skagens Museum di Copenaghen (Danimarca) forse lo stesso “Vecchietto” in bronzo che presentò nel 1902 alla Prima Esposizione Quadriennale di Torino dal tema “Arte Decorativa Moderna”.
Dopo l’indelebile trauma infantile di natura psicologica come l’espulsione dalla scuola elementare, tante altre delusioni minarono la mente di un grande artista. Cocente fu la rinuncia al suo progetto di istituire una scuola nazionale di monete e medaglie a cui teneva più di ogni altra cosa. A ciò si aggiunse, per la lontananza dall’Europa, il dolore dell’occasione persa nel dopoguerra di coniare almeno una medaglia commemorativa della vittoria. La salute sempre malferma richiedeva grande sopportazione e continue spese. Lo sradicamento dalla terra di origine, il cui malinconico ricordo era ugualmente infelice, fu una ulteriore componente che si sommò alle altre. La prestigiosa onorificenza della Croce di cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia22 non bastò a risarcire le molteplici frustrazioni. Forse mai sapremo quali componenti prevalsero, se le deluse aspettative di un talento non sufficientemente valorizzato, le continue peregrinazioni, oppure il cattivo stato di salute con altre disavventure, per portarlo a morire suicida all’età di settantasette anni a San Paolo del Brasile nella povera casa che aveva abitato in fondo alla rua José Manuel da Costa23.
Raccolta Note
1. Giannelli E., Artisti napoletani viventi, pittori, scultori ed architetti opere da loro esposte, vendute e premii ottenuti in esposizioni nazionali e internazionali con 171 ritratti di artisti con testata e prefazione di Eduardo Dalbono, Napoli, Tip. Melfi e Joele, 1916. Pag. 584-7.
2. Giannelli E., Artisti napoletani viventi, pittori, scultori ed architetti opere da loro esposte, vendute e premii ottenuti in esposizioni nazionali e internazionali con 171 ritratti di artisti con testata e prefazione di Eduardo Dalbono, Napoli, Tip. Melfi e Joele, 1916. Pag. 584-7.
3. Borrelli N., Lo scultore Pasquale Fosca, Santa Maria Capua Vetere, comm. A. Di Stefano, 1923, pagg. 3-8.
4. Giannelli E., Artisti napoletani viventi, pittori, scultori ed architetti opere da loro esposte, vendute e premii ottenuti in esposizioni nazionali e internazionali con 171 ritratti di artisti con testata e prefazione di Eduardo Dalbono, Napoli, Tip. Melfi e Joele, 1916. Pag. 584-7.
5. Borrelli N., Lo scultore Pasquale Fosca, Santa Maria Capua Vetere, comm. A. Di Stefano, 1923, pagg. 3-8.
6. Giannelli E., Artisti napoletani viventi, pittori, scultori ed architetti opere da loro esposte, vendute e premii ottenuti in esposizioni nazionali e internazionali con 171 ritratti di artisti con testata e prefazione di Eduardo Dalbono, Napoli, Tip. Melfi e Joele, 1916. Pag. 584-7.
7. Statistica medico-chirurgica degl'infermi curati con le acque termo-minerali di Gorgitello nell'Ospizio del Pio Monte della Misericordia in Casamicciola nella state dell'anno..., 1878, pag. 309.
8. Borrelli N., Lo scultore Pasquale Fosca, Santa Maria Capua Vetere, comm. A. Di Stefano, 1923, pag. 21.
9. Odense Bys Museer Fynske minder, 1967, pag. 70.
10. Nahartii de Luco M., Trattorie e cuochi celebri nella Napoli dell'800, Napoli, Luigi Regina editore, 1969, pag. 205.
11. Latina gens rassegna del Lazio, dell'Umbria e della Sabina, A. VIII n. 11-12, Roma, Tip. La Cardinal Ferrari 1935, p. 327.
12. Lauri A., Dizionario dei cittadini notevoli di Terra di Lavoro, Sora, D’Amico, 1915, pag. 90.
13. Borrelli N., Lo scultore Pasquale Fosca, Santa Maria Capua Vetere, comm. A. Di Stefano, 1923, pag. 20.
14. Damigella A. M., Mantura B., Quesada M., Il Patrimonio artistico del Quirinale. La quadreria e le sculture, Vol. 1, pag. 200. Editorial Lavoro, 1991.
15. Latina gens rassegna del Lazio, dell'Umbria e della Sabina, A. VIII n. 11-12, Roma, Tip. La Cardinal Ferrari 1935, p. 327.
16. Rendiconto delle tornate e dei lavori dell'Accademia di scienze morali e politiche, Stamperia della R. Università, 1895, p. 143.
17. Borrelli N., Lo scultore Pasquale Fosca, Santa Maria Capua Vetere, comm. A. Di Stefano, 1923, pag. 21.
18. Strafforello G., La Patria. Geografia dell'Italia, cenni storici, costumi, topografia, prodotti, industria, commercio, mari, fiumi, canali, strade, ponti, strade ferrate, porti, monumenti, dati statistici, popolazione, istruzione, bilanci provinciali e comunali, istituti di beneficenza, edifizi pubblici. Provincie di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, Torino, Unione Tipografico-Editrice, 1828, pag. 248-9.
19. Borrelli N., Lo scultore Pasquale Fosca, Santa Maria Capua Vetere, comm. A. Di Stefano, 1923, Pag. 21.
20. La cultura moderna, rivista quindicinale illustrata, A. LI, n. 1, Vallardi, 1942, p. 229.
21. Giannelli Enrico, Artisti napoletani viventi, pittori, scultori ed architetti opere da loro esposte, vendute e premii ottenuti in esposizioni nazionali e internazionali con 171 ritratti di artisti con testata e prefazione di Eduardo Dalbono, Napoli, Tip. Melfi e Joele, 1916. Pag. 584-7.
22. Borrelli N., Lo scultore Pasquale Fosca, Santa Maria Capua Vetere, comm. A. Di Stefano, 1923, pag. 22.
23. Borrelli N., Lo scultore Pasquale Fosca, Santa Maria Capua Vetere, comm. A. Di Stefano, 1923, pag. 10.
Bibliografia
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Giannelli E., Artisti napoletani viventi, pittori, scultori ed architetti opere da loro esposte, vendute e premii ottenuti in esposizioni nazionali e internazionali con 171 ritratti di artisti con testata e prefazione di Eduardo Dalbono, Napoli, Tip. Melfi e Joele, 1916. Pag. 584 e segg.
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