Filippo Galante
Filippo Galante, naque a Sora1 l’11 settembre del 1872 da Domenico e Emilia Sangiovanni. Studiò nell'Istituto delle Belle Arti di Roma2 fino al 1894 senza però arrivare a diplomarsi. Qui la passione per la pittura di paesaggio lo portò a frequentare i pittori della campagna romana. Fra i suoi dipinti del periodo troviamo “La villa dei Quintili” (olio su tela cm. 40 x 50) presso una collezione privata. Già godeva di discreta fama di pittore e ritrattista quando si spostò in Sud America nel 1898 all’età di ventisei anni per una committenza. Attirato dai positivi apprezzamenti della ricca borghesia italiana, aprì uno studio a Buenos Aires3 dove darà spesso lezioni.
Il 15 settembre 1901 partecipò ad una mostra collettiva di artisti italiani denominata Esposicion preliminar nella galleria Witcomb in calle Florida, insieme a Antonio Delle Vedove, P. Parisi, Decoroso Bonifanti, Antonio Alice, Umberto Somadossi, Nazareno Orlandi, Carlos Barberis, Giuseppe Arduino, Giuseppe Forcignano, Tomassi, Fausto Elseo Coppini, Pietro Valle, Giuseppe Quaranta, Achille De Clemente e altri4. Si distinse anche come medaglista e una sua medaglia, ad esempio, fu regalata dagli italiani all’ingegner Luigi Luigi5.
Dal 20 dicembre del 1902 partecipò ad una mostra che ebbe luogo nel Circulo Italiano organizzata dallo scultore Ettore Ximenes cui parteciparono anche Mateo Alonso, José Casella, Antonio Delle Vedove, Antonio Vaccari, Torquato Tasso, Francesco Parisi e Nazareno Orlandi6. Iniziarono presto incarichi didattici e riconoscimenti. Nel 1904 il Presidente della Repubblica istituendo per decreto un corso di pittura e plastica modellistica nell’Instituto Nacional de Sordomudos, lo nominò direttore assegnandogli uno stipendio mensile di 57 pesos7. Acquisì la cittadinanza argentina nel 1916.
Fu incaricato di dirigere la squadra di decoratori del Teatro 25 de Mayo, ora patrimonio tutelato della città, ubicato in Villa Irquiza, in Avenida Triunvirato 4440, nel quartiere centrale dove anche egli risiedeva. I lavori durarono un anno e l’edificio da 1500 posti fu inaugurato il 25 di maggio (festa nazionale) del 19298. Recentemente è stato restaurato e nuovamente aperto al pubblico come centro culturale (21 novembre 2007).
Divenne titolare di una delle due cattedre di Disegno nel Collegio Nazionale di Buenos Aires nel 19189. Passò poi all’insegnamento universitario qualche anno dopo10. Alcuni sostengono che la veloce ascesa sociale ed accademica è da porre sia in relazione al talento dimostrato sul campo, sia per i benefici derivati dalla sua iscrizione alla Massoneria11.
Ada ed Enrico Caruso durante i lunghi soggiorni a Buenos Aires trascorrevano molte ore nello studio del pittore Filippo Galante del quale era stretto amico12. Da lui confidenzialmente chiamato Pippo, Galante fu maestro di pittura e modellistica del famoso cantante lirico. L’amicizia faceva da sfondo a episodi tristi e laceranti riguardo l’abbandono di Ada Giachetti (amante di Caruso) per l’autista Romati13.
Nel 1940, a sessantotto anni era incaricato dell’insegnamento di disegno all’Università di Cujo a Buenos Aires14, ora il principale centro di istruzione superiore della provincia di Mendoza.
Dipinse un paesaggio dal titolo “La Barranca de San Isidro”15. Fu anche autore del ritratto del presidente Carlos Pellegrini nel 1907, ora conservato presso il Museo Roca di Buenos Aires. Eseguì il ritratto di Domingo Faustino Sarmiento che donò al Collegio Nazionale di Buenos Aires nel 1918 quando si ritirò dall’insegnamento16. Continuava tuttavia a rimanere in attività poiché fu nominato membro di una commissione speciale dal rettore della Università prima del 195017. Fu egli stesso oggetto di un ritratto da parte del pittore Pietro Melani18.
Sposò Rosa Bernaschi, e fu padre di quattro figli: Guillermo, Rosa Elisa, Lidia Élida e Lina. Il famoso tenore Enrico Caruso fu padrino di due delle sue figlie che furono battezzate nella parrocchia del Carmen19.
Morì l’11 di febbraio del 1953, a ottanta anni nella sua casa del quartiere di Villa Urquiza in avenida Olazabal 4170.
Raccolta Note
1. Lauri A., Dizionario dei cittadini notevoli di Terra di Lavoro, Sora, D’Amico, 1915, p. 91.
2. Shipp S., Latin American and Caribbean Artists of the Modern Era, McFarland & Company, 2003, p. 258.
3. Jorge F. Sergi, Historia de los italianos en la Argentina. Los italianos y sus descendientes a través del descubrimiento de América y de la historia argentina, Editora italo Argentina S.A., 1940, p. 474. Secondo altri emigrò nel 1900 (Steve Shipp, Latin American and Caribbean Artists of the Modern Era, McFarland & Company, 2003, p. 258).
4. Weber J.I., Una formaciòn cultural italiana in Buenos Ares, in Adversus, a. X, n. 25, dicembre 2013/aprile 2014, pp. 39-40.
5. Zuccarini E., Il lavoro degli italiani nella Repubblica argentina dal 1516 al 1910. Studi, leggende e ricerche, Buenos Aires, Officine grafiche della Compañia general de fósforos, 1910, p. 316.
6. Caras y Caretas, Buenos Aires, 20 dicembre 1902. Ache in Viñuales R.G., Presencia de España en la Argentina. Dibujo, caricatura y humorismo (1870-1930). Cuadernos de Arte de la Universidad de Granada, Granada, Nº 28, 1997, pp. 113-124.
7. Registro nacional, 1904, p. 960.
8. AA.VV., Villa Urquiza: barrio centenario, 1887-1987, Marymar Ediciones, 1987, p. 118.
9. Registro nacional de la República argentina, Parte 1, Talleres gráficos de la penitenciaría nacional, 1918, p. 384.
10. Revista de la Universidad de Buenos Aires, Volumi 46-47, Universidad de Buenos Aires., 1921, p. 30.
11. Lappas A., La masonería argentina a través de sus hombres, Impresora Belgrano, 1966, p. 200.
12. Caruso E., Farkas A., Enrico Caruso: My Father and My Family, Amadeus Press, 1997, p.75.
13. Archivio di “Villa Bellosguardo, il Museo Enrico Caruso”, epistolario, Caruso-Filippo Galante (1902-1921).
14. Universidad nacional de Cuyo. Creación, organización y planes de studio, Buenos Aires, Talleres gráficos de J. Belmonte, 1940, p. 58.
15. Veritas Editorial, 1981.
16. Archivos de la Universidad de Buenos Aires, Boletín informativo de la Revista de la universidad, Volume 13, Universidad de Buenos Aires, 1938, p. 336.
17. Boletín, Volume 4, Edizione 43 -Volume 6, Edizione 73, Universidad de Buenos Aires, 1950, p. 197.
18. Veritas Editorial, 1981.
19. Hace 100 años se presentaba por primera vez en Buenos Aires, El gran debut de Caruso, in Clarin, 14 maggio 1999.